2 – La Voce
dell'Equilibrio
XVII Sole IX Luna 1109 A.S.
“L'acqua è più
fresca se la si attinge dalla sorgente”
Motto della Chiesa
Ufficiale del Tacco
“Madre, perché ci stai
abbandonando? Perché non ci guidi in questo buio cammino fatto
d'intrighi e d'incertezza?”. Padre Gioberto degli Ulivi, primo Vicario della Dea Sastria, pensava preoccupato di fronte alla grande
finestra, che offriva la luce del tramonto nella sua stanza della
Cattedrale di Barium.
Un accolito entrò
nel suo rifugio dal mondo, annunciando: “Padre santissimo, la Lux Deorum in
persona, Madre Isadora dei Teodori, è qui per incontrarla e pregare
con lei gli uffici della sera”.
Gioberto si voltò con
pacata eleganza. Osservava con un dolce sorriso la figura di Isadora,
accanto al giovane studente di fede. Alta, giovane e bella, con i capelli
chiari come i raggi del sole e gli occhi azzurri come come il mare
più placido. Il suo candore era accentuato dalla veste bianca,
rifinita con decorazioni dorate. Al centro di questa rifulgeva la grande
fiamma purificatrice di Tara.
“Chiedevo al cielo un
piccolo conforto allo spirito, ed invece ricevo la grande luce e il
grande calore della stessa Dea Fanciulla di cui voi siete la voce su
questa terra”. Gioberto si avvicinò alla sua ospite prendendone le
mani ed inginocchiandosi: “Lux Deorum, è sempre una grande gioia
potervi ricevere nella mia umile dimora”.
“Padre Gioberto, siete
stato per molti anni la mia guida, e ancora oggi lo siete. Non vi
consento di inginocchiarvi come farebbe un qualsiasi peccatore”
disse Isadora sorridendo e invitando delicatamente il Vicario ad
alzarsi.
Gioberto, tornandole di
fronte, la guardò dritta negli occhi, trovando per un
attimo quella serenità da tempo agognata. Un istante più prezioso
di un rubino, poiché sapeva che il discorso con la somma carica
della Chiesa Ufficiale, che al contempo era Gilda dei Chierici, sarebbe stato grave ed importante.
Chiese quindi
all'accolito di uscire, chiudendo la grande porta in legno dietro di
sé. Fece accomodare Isadora al piccolo tavolo lì presente, su cui
era poggiato un candelabro ed un piatto d'uva bianca. Vedendola divertita dalla riproposizione di un rito che tra loro si era
instaurato fin da quando lei era solo una scholara e Gioberto un
giovane Magister della Fede, si accomodò accanto a lei, dopo aver
acceso alcune candele.
“Dimmi Isadora, in
verità cosa ti preoccupa?” disse diretto e sereno Gioberto.
Il volto della Lux Deorum
si rabbuiò per alcuni istanti. Poi Isadora fece un piccolo sospirò,
e parlò: “Sono alcune primavere che la Fiamma di Tara è più
forte di quanto noi, nella nostra breve vita, avessimo mai notato. So
per certo che questo fu un motivo per cui fui indicata, da Vicaria
della Dea, quale nuova Lux Deorum del Tacco. Questo, sebbene la Madre del Tutto
rimanga sempre e solo Sastria, e il più benedetto da Lei, tra i
mortali, sia tu Gioberto. Da quando il leggendario Granduca Aroldo,
cento anni fa, istituì dopo molti secoli l'Inquisizione, più volte
un Lux Deorum fu indicato non solo tra i Vicari della Madre, ma anche
tra quelli della Dea Fanciulla. In queste ultime lune, però, ho
percepito tremare la Fiamma più del solito, quasi fosse ostacolata
da un vento nefasto che la volesse spegnere”.
Gioberto guardava pensoso
degli acini d'uva, poi cominciò quasi con un sussurro: “Anch'io
sto percependo nel profondo del mio animo questo vento. Probabilmente
tu temi si possa trattare di un ritorno del Quarto Fratello, escluso
dal Culto Ufficiale proprio un secolo or sono. Hai timore soprattutto
poiché, dopo tanti anni di tranquillità, sarebbe foriero di uno
scontro che oltraggerebbe l'armonioso equilibrio voluto dal cielo”.
Isidora strinse le mani
in preghiera sul suo grembo: “Sì Gioberto, temo questo. Vorrei che
la Madre ci assista in questa nuova sfida, eppure le notizie che mi
porge mio fratello Bastiano fanno vacillare ancor di più la mia
fermezza”.
Bastiano Teodori era il
Grande Inquisitore del Tacco, e il fatto che avesse già saputo delle
preoccupanti novità non sconvolse più di tanto Gioberto. “Del
resto, - pensò – l'Inquisizione è divenuta talmente estesa negli
ultimi anni, che già al suo interno i segni dell'abbandono divino
saranno stati molteplici quanto evidenti”.
Quindi rispose: “Qui
nel cuore della Cattedrale di Sastria, al centro di Barium,
estendiamo le nostre preghiere a tutti i devoti della Madre e dei
suoi Quattro Figli - alla pronuncia dei “Quattro” Isadora abbassò
il capo, ma Gioberto continuò senza preoccuparsi -. Ma so bene che
il legame con i santissimi che ufficiano nelle altre Basiliche, nelle
piccole chiese di campagna o con coloro che accompagnano
l'Inquisizione, si è ormai affievolito. Alcuni mi hanno già fatto
visita, confessando in segreto di non ricevere più i favori della
Madre. Di non riuscire più a portare conforto agli spiriti. Di esser
stati ripudiati, senza alcun apparente motivo”.
“Devi ritrovare Sastria
– disse decisa Isadora – affinché benedica ancora una volta
tutti coloro attraverso i quali Ella porta il suo Verbo. Devi
ritrovarla affinché l'Equilibrio del Granducato non sia perso,
assieme alla speranza. Devi compiere questo miracolo prima che il
popolo si accorga di esser stato abbandonato ai propri peccati”.
“Cara Isadora – disse
Giobertò con tono dolce -, Sastria non mi ha abbandonato, come non ha abbandonato questa terra. Questo mi riempie di speranza per un ritrovamento, sì, ma
della Fede perduta da parte di molti dei devoti. Hai ragione riguardo
alla segretezza da mantenere, poiché se ciò fosse noto ai più, il
male avanzerebbe felice di non avere spiriti forti a contrastarlo.
Sono sicuro che con l'aiuto del Grande Inquisitore, tuo fratello, la
questione sarà risolta prima che giunga ad orecchie indiscrete. Ma
intanto è mio dovere capire, e pregare ancor più forte assieme a
tutta la Chiesa affinché l'Equilibrio possa tornare l'unica luce che
risplende attraverso la vostra santità”.
“Padre Gioberto –
disse Isadora – ho sempre creduto in voi e alla vostra saggezza.
Oggi più di quando ero solo una giovane devota, confido in voi
affinché il bene di questa terra sia preservato... dopo tanti
affanni per ottenerlo. Pregherò con tutto il cuore assieme a voi, a
partire da questa sera”.
***
Quando la Lux Deorum si
fu allontanata dalla sua stanza, Padre Gioberto degli Ulivi tornò
alla finestra, ad osservare le stelle sulla sua Barium. “Cento anni
per gli dei sono nulla, e sette del Granduca Federico ancor meno. Ciò
che temo, mia cara Isadora, è che per voi, invece, siano più
importanti della verità, che forse già ci circonda. Noi mortali,
forse, siamo solo ciechi di fronte ad essa, abbagliati dalla troppa
ingenuità che vuole albergare nei nostri cuori. La verità è che, nel
mondo reale, non vi è luce senza ombra. Non si può nascondere a lungo la morte sotto un tappeto”.
Tutti i diritti riservati da Giovanni Tortora. Vietata la copia integrale o parziale del testo.
Prossimo Capitolo: "CdT 1x03 - I Minda Lamina".
Per leggere questo libro dal principio, segui il link al primo capitolo "Incontro al Buio".