domenica 6 agosto 2017

CdT 1x02 – La Voce dell'Equilibrio

2 – La Voce dell'Equilibrio





XVII Sole IX Luna 1109 A.S.
L'acqua è più fresca se la si attinge dalla sorgente”
Motto della Chiesa Ufficiale del Tacco


“Madre, perché ci stai abbandonando? Perché non ci guidi in questo buio cammino fatto d'intrighi e d'incertezza?”. Padre Gioberto degli Ulivi, primo Vicario della Dea Sastria, pensava preoccupato di fronte alla grande finestra, che offriva la luce del tramonto nella sua stanza della Cattedrale di Barium.


Un accolito entrò nel suo rifugio dal mondo, annunciando: “Padre santissimo, la Lux Deorum in persona, Madre Isadora dei Teodori, è qui per incontrarla e pregare con lei gli uffici della sera”.
Gioberto si voltò con pacata eleganza. Osservava con un dolce sorriso la figura di Isadora, accanto al giovane studente di fede. Alta, giovane e bella, con i capelli chiari come i raggi del sole e gli occhi azzurri come come il mare più placido. Il suo candore era accentuato dalla veste bianca, rifinita con decorazioni dorate. Al centro di questa rifulgeva la grande fiamma purificatrice di Tara.
“Chiedevo al cielo un piccolo conforto allo spirito, ed invece ricevo la grande luce e il grande calore della stessa Dea Fanciulla di cui voi siete la voce su questa terra”. Gioberto si avvicinò alla sua ospite prendendone le mani ed inginocchiandosi: “Lux Deorum, è sempre una grande gioia potervi ricevere nella mia umile dimora”.
“Padre Gioberto, siete stato per molti anni la mia guida, e ancora oggi lo siete. Non vi consento di inginocchiarvi come farebbe un qualsiasi peccatore” disse Isadora sorridendo e invitando delicatamente il Vicario ad alzarsi.
Gioberto, tornandole di fronte, la guardò dritta negli occhi, trovando per un attimo quella serenità da tempo agognata. Un istante più prezioso di un rubino, poiché sapeva che il discorso con la somma carica della Chiesa Ufficiale, che al contempo era Gilda dei Chierici, sarebbe stato grave ed importante.
Chiese quindi all'accolito di uscire, chiudendo la grande porta in legno dietro di sé. Fece accomodare Isadora al piccolo tavolo lì presente, su cui era poggiato un candelabro ed un piatto d'uva bianca. Vedendola divertita dalla riproposizione di un rito che tra loro si era instaurato fin da quando lei era solo una scholara e Gioberto un giovane Magister della Fede, si accomodò accanto a lei, dopo aver acceso alcune candele.
“Dimmi Isadora, in verità cosa ti preoccupa?” disse diretto e sereno Gioberto.
Il volto della Lux Deorum si rabbuiò per alcuni istanti. Poi Isadora fece un piccolo sospirò, e parlò: “Sono alcune primavere che la Fiamma di Tara è più forte di quanto noi, nella nostra breve vita, avessimo mai notato. So per certo che questo fu un motivo per cui fui indicata, da Vicaria della Dea, quale nuova Lux Deorum del Tacco. Questo, sebbene la Madre del Tutto rimanga sempre e solo Sastria, e il più benedetto da Lei, tra i mortali, sia tu Gioberto. Da quando il leggendario Granduca Aroldo, cento anni fa, istituì dopo molti secoli l'Inquisizione, più volte un Lux Deorum fu indicato non solo tra i Vicari della Madre, ma anche tra quelli della Dea Fanciulla. In queste ultime lune, però, ho percepito tremare la Fiamma più del solito, quasi fosse ostacolata da un vento nefasto che la volesse spegnere”.
Gioberto guardava pensoso degli acini d'uva, poi cominciò quasi con un sussurro: “Anch'io sto percependo nel profondo del mio animo questo vento. Probabilmente tu temi si possa trattare di un ritorno del Quarto Fratello, escluso dal Culto Ufficiale proprio un secolo or sono. Hai timore soprattutto poiché, dopo tanti anni di tranquillità, sarebbe foriero di uno scontro che oltraggerebbe l'armonioso equilibrio voluto dal cielo”.
Isidora strinse le mani in preghiera sul suo grembo: “Sì Gioberto, temo questo. Vorrei che la Madre ci assista in questa nuova sfida, eppure le notizie che mi porge mio fratello Bastiano fanno vacillare ancor di più la mia fermezza”.
Bastiano Teodori era il Grande Inquisitore del Tacco, e il fatto che avesse già saputo delle preoccupanti novità non sconvolse più di tanto Gioberto. “Del resto, - pensò – l'Inquisizione è divenuta talmente estesa negli ultimi anni, che già al suo interno i segni dell'abbandono divino saranno stati molteplici quanto evidenti”.
Quindi rispose: “Qui nel cuore della Cattedrale di Sastria, al centro di Barium, estendiamo le nostre preghiere a tutti i devoti della Madre e dei suoi Quattro Figli - alla pronuncia dei “Quattro” Isadora abbassò il capo, ma Gioberto continuò senza preoccuparsi -. Ma so bene che il legame con i santissimi che ufficiano nelle altre Basiliche, nelle piccole chiese di campagna o con coloro che accompagnano l'Inquisizione, si è ormai affievolito. Alcuni mi hanno già fatto visita, confessando in segreto di non ricevere più i favori della Madre. Di non riuscire più a portare conforto agli spiriti. Di esser stati ripudiati, senza alcun apparente motivo”.
“Devi ritrovare Sastria – disse decisa Isadora – affinché benedica ancora una volta tutti coloro attraverso i quali Ella porta il suo Verbo. Devi ritrovarla affinché l'Equilibrio del Granducato non sia perso, assieme alla speranza. Devi compiere questo miracolo prima che il popolo si accorga di esser stato abbandonato ai propri peccati”.
“Cara Isadora – disse Giobertò con tono dolce -, Sastria non mi ha abbandonato, come non ha abbandonato questa terra. Questo mi riempie di speranza per un ritrovamento, sì, ma della Fede perduta da parte di molti dei devoti. Hai ragione riguardo alla segretezza da mantenere, poiché se ciò fosse noto ai più, il male avanzerebbe felice di non avere spiriti forti a contrastarlo. Sono sicuro che con l'aiuto del Grande Inquisitore, tuo fratello, la questione sarà risolta prima che giunga ad orecchie indiscrete. Ma intanto è mio dovere capire, e pregare ancor più forte assieme a tutta la Chiesa affinché l'Equilibrio possa tornare l'unica luce che risplende attraverso la vostra santità”.
“Padre Gioberto – disse Isadora – ho sempre creduto in voi e alla vostra saggezza. Oggi più di quando ero solo una giovane devota, confido in voi affinché il bene di questa terra sia preservato... dopo tanti affanni per ottenerlo. Pregherò con tutto il cuore assieme a voi, a partire da questa sera”.

***


Quando la Lux Deorum si fu allontanata dalla sua stanza, Padre Gioberto degli Ulivi tornò alla finestra, ad osservare le stelle sulla sua Barium. “Cento anni per gli dei sono nulla, e sette del Granduca Federico ancor meno. Ciò che temo, mia cara Isadora, è che per voi, invece, siano più importanti della verità, che forse già ci circonda. Noi mortali, forse, siamo solo ciechi di fronte ad essa, abbagliati dalla troppa ingenuità che vuole albergare nei nostri cuori. La verità è che, nel mondo reale, non vi è luce senza ombra. Non si può nascondere a lungo la morte sotto un tappeto”.



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Per leggere questo libro dal principio, segui il link al primo capitolo "Incontro al Buio".